UNITÀ POPOLARE PER ESTIRPARE LE RADICI DI CLASSE DEL FASCISMO

di Riccardo Terzi

L’oscura vicenda del complotto reazionario, la cui trama viene alla luce faticosamente nel corso di indagini ancora avvolte dal segreto di Stato (e c’è da domandarsi se vi sia da parte del governo la volontà di far luce, o al contrario quella di circoscrivere lo scandalo, di minimizzarlo, e di lasciare quindi impunite le maggiori responsabilità), questa vicende, che ancora tutta da chiarire, ha già tuttavia mostrato all’opinione pubblica la gravità della situazione, ha reso evidente come dietro i numerosi atti di provocazione fascista vi sia un disegno più generale di sovvertimento della democrazia.

Non occorre molta perspicacia per capire quali siano le radici di classe da cui trae alimento questa offensiva di carattere reazionario: come già molte volte è accaduto nella nostra storia, le classi dominanti sono pronte a liquidare le istituzioni democratiche non appena vedano minacciate le loro posizioni di potere e di privilegio, e ancora oggi la democrazia italiana trova nella classe operaia, la sua difesa più valida, il suo sostegno più saldo.

Vi è dunque un pericolo di destra, cui bisogna saper contrapporre l’azione unitaria del movimento operaio e di tutte le forze realmente democratiche. Chi parla invece di “opposti estremismi”, di minacce alla democrazia che provengono in pari tempo da destra e da sinistra, dice coscientemente il falso, per disorientare e dividere i lavoratori. Per poter avallare questa tesi politica si tenterà, come già altre volte si e fatto, di introdurre la provocazione anche nelle file del movimento operaio e nelle forze di sinistra, perciò occorre essere più che mai vigilanti e mantenere intatta la disciplina e il senso di responsabilità delle classe operaia, delle sue organizzazioni.

Le manovre della destra, nonostante le numerose complicità di cui hanno potuto avvalersi, non hanno finora indebolito l’unità dello schieramento democratico e non hanno potuto arrestare lo svilupparsi delle lotte sociali e la spinta a sinistra delle grandi masse popolari.

La battaglia, comunque; non è chiusa. Per liquidare in modo definitivo i pericoli di natura reazionaria, deve andare avanti la lotta unitaria per lo sviluppo della democrazia e per il rinnovamento della società nelle sue strutture fondamentali, deve consolidarsi l’alleanza della classe operaia con tutti gli altri strati di lavoratori e deve soprattutto essere conquistata una nuova situazione politica, che corrisponda alla realtà del paese e alla coscienza unitaria del lavoratori.

Non c’è dubbio che il ruolo dei comunisti sarà ancora una volta decisivo in questa lotta per la salvaguardia della democrazia, per il progresso del paese e per battere la resistenza di chi vuole ad ogni costo tenere in vita un sistema sociale ormai insostenibile e contrario agli interessi generali della nazione.

E i comunisti, in questa lotta, non sono isolati, ma si trovano a collaborare ogni giorno con altre forze democratiche e popolari.

Dobbiamo lavorare anzitutto per una prima scadenza, assai vicina, quella del 25 Aprile. Nell’anniversario della vittoria antifascista deve risultare chiaro a tutti che la strada dell’avventura fascista e ormai sbarrata per sempre, che lo schieramento democratico è deciso a stroncare ogni rigurgito reazionario, deve risultare chiaro che il popolo italiano vuole progredire nella democrazia.

Sia dunque il 25 Aprile una grande giornata di mobilitazione unitaria, degna celebrazione della Resistenza, rinnovandone lo spirito di unità popolare e lo spirito di lotta.


Numero progressivo: G50
Busta: 7
Estremi cronologici: 1971, 2 aprile
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “Nuova Sesto”, 2 aprile 1971