UN NUOVO STATO SOCIALE NEL RICORDO DI TRENTIN

di Riccardo Terzi – Segretario Nazionale SPI CGIL

Si è svolta lo scorso venerdì a Bologna una giornata di studio sulle politiche di welfare di fronte alla crisi, organizzata dallo SPI-CGIL e dalla Fondazione Di Vittorio. L’incontro è dedicato alla memoria di Bruno Trentin, con la convinzione che egli ci abbia lasciato un immenso deposito di idee e di intuizioni, ancora largamente inesplorato e inutilizzato. Trentin è attuale perché in lui la dimensione pratica e quella teorica non sono mai state divaricate, ed è proprio questo rigore intellettuale che torna ad essere oggi una stringente necessità.

In particolare, per riprogettare lo Stato sociale occorre ripartire dalla centralità della persona, che non è l’individuo isolato, ma il soggetto che si realizza nella pienezza delle sue relazioni sociali, e il cui bisogno esistenziale primario è un bisogno di autonomia e di libertà. “La libertà viene prima”, non in opposizione all’esperienza collettiva, ma in quanto essa è il principio a cui occorre sempre ritornare, e le trasformazioni attuali del mondo del lavoro ridanno attualità a questo tema e ripropongono con forza il bisogno di autonomia della persona, nel lavoro e nella società. Su queste premesse, tutte le politiche sociali devono essere ripensate, in una logica non assistenziale e paternalistica, ma promozionale, nella prospettiva di un allargamento degli spazi di libertà.

E la scelta decisiva riguarda il carattere universalistico del sistema di welfare, fondato sui diritti fondamentali della persona, contro ogni approccio di tipo corporativo. Nella realtà politica di oggi, ciò che si verifica è il tentativo di procedere nella direzione opposta, verso una società diseguale, dove alla cittadinanza universale subentrano logiche di casta, ai diritti si sostituiscono le prerogative di status, legate al ruolo sociale, al territorio, all’etnia, dove insomma i diritti valgono solo per chi ha la forza di farli valere. È la negazione del progetto politico della modernità, il quale si regge sul principio di eguaglianza.

Si tratti dei lavoratori precari, o degli immigrati, o degli anziani messi ai margini della vita attiva, in tutti questi casi è in gioco la qualità della convivenza democratica e la possibilità per tutti di partecipare con pieni diritti alla vita collettiva. Per questo abbiamo bisogno di una democrazia forte e organizzata. Se la democrazia declina, anche le politiche sociali, inevitabilmente, finiscono su un binario morto, perché la crisi della democrazia vuol dire che l’unico principio regolatore diviene quello del mercato. Il senso del convegno sta quindi nella scelta per un sindacato non corporativo, dotato di un suo autonomo progetto e capace di misurarsi con le nuove emergenze sociali. Il rafforzamento della confederalità è la fondamentale risorsa che abbiamo a disposizione. Il tema attuale è quello già delineato da Trentin: un sindacato dei diritti e della solidarietà. Ma occorre capire che non si tratta di una frase retorica, ma di un impegnativo programma di lavoro.



Numero progressivo: E21
Busta: 5
Estremi cronologici: 2009, 23 novembre
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano e stampa da file PC
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Sindacali - SPI -
Note: Bozza identica al testo a stampa
Pubblicazione: “L’Unità”, 23 novembre 2009