TERZI: BASTA COL MURO CONTRO MURO

Intervista al leader della “destra” del PCI

Intervista di Stefano Carluccio a Riccardo Terzi

«Il Referendum ha creato, per una serie di ragioni, una spaccatura all’interno del sindacato e una caduta della sua autonomia. Nella campagna referendaria non c’era il sindacato, ma singoli esponenti, ciascuno con i propri collegamenti politici.»

Lo afferma Riccardo Terzi, che incontriamo per un’intervista nella sede della Federazione del PCI, in via Volturno. All’indomani della duplice sconfitta comunista, gli chiediamo quali riflessioni corrono nel PCI: «Il PCI non è l’unico partito dei lavoratori» dice Terzi. «Il movimento operaio è una realtà articolata. Il problema ora per il sindacato è di ricostruire un tessuto unitario e di autonomia. Credo che ci siano oggi le possibilità per questa opera di ricostruzione. Non è un processo breve, perché le lacerazioni non si superano in breve tempo. Ma ci sono secondo me le energie per farlo.»

 

Pansa, nei suoi “cattivi pensieri” su Repubblica, ha messo in luce una vistosa contraddizione, fra le altre, del comportamento del PCI, a proposito della “questione fiducia” posta da Craxi in caso di vittoria del “Sì”. Il PCI si è sbracciato per minimizzare, anziché proporre un programma e un leader alternativo.

«L’iniziativa di Craxi ha una legittimità perché si trattava di un atto non marginale della sua azione di Governo. Questa iniziativa può aver contribuito all’affermazione del NO, in quanto ha politicizzato tutta la vicenda. Per quanto riguarda il PCI, però, chiedere di avere già una proposta alternativa definita sui contenuti e sugli schieramenti è chiedere troppo.»

 

Lo dici come uno che si accorge che gli manca la penna!

«Chi fa l’opposizione deve fare l’opposizione. Deve cioè indicare una linea di marcia. Non mi convince Pansa. Però è vero, dobbiamo indicare con più chiarezza la nostra linea di marcia. A mio giudizio (e questo è un argomento interno di discussione) la proposta dell’alternativa significa un progressivo avvicinamento tra i partiti della sinistra. Questo l’abbiamo sempre detto. Ma nei fatti questa affermazione è andata un po’ smarrita. Credo che si tratti di partire da questo: che il rapporto tra PCI e PSI è la chiave di volta dell’alternativa. Detto questo bisogna occuparsi dei programmi, senza contrapposizioni frontali, sia da una parte che dall’altra.»

 

Finetti ha lanciato un appello all’ala riformista del PCI perché “batta un colpo”.

«Si possono fare delle critiche al modo in cui il PCI ha fatto l’opposizione. Ma non ci sono state offerte molte sponde. Non c’è stato favorito quello che ora Finetti ci chiede. Mi auguro che passata questa polemica e non avendo davanti, speriamo, altre scadenze elettorali, ci possa essere la possibilità per una verifica di possibili punti di intesa per la sinistra. Quello che non mi convince è un invito rivolto solo ad una parte del PCI. Il problema riprende il PCI nel suo complesso. Non lo dico per ipocrisia, non voglio fingere che non ci siano compagni attenti al dialogo col PSI. Ma è l’insieme del PCI, dopo questa vicenda, che ha la necessità di imporsi una riflessione politica.»

 

Per quanto riguarda Milano come spieghi in anche questo caso il calo del PCI il 12 maggio?

«Abbiamo avuto a Milano un risultato analogo a quello registrato nel resto d’Italia.»

 

Sì, ma qui si è ben amministrato, non ci sono state “questioni morali”. Perché, secondo te, c’è stato divario tra il successo socialista e l’insuccesso del PCI?

«Nel voto comunista il voto amministrativo non ha mai contato molto. Il risultato di Milano non ha significati locali. A Milano è vero che c’è stata una buona giunta di sinistra che mi auguro possa essere riconfermata, c’è stato complessivamente un buon rapporto tra socialisti e comunisti. Ma il dato riguarda la tendenza nazionale.»

 

Puoi spiegarti meglio?

«L’insuccesso del PCI è dovuto ad una carenza nella definizione di un programma di Governo delle sinistre; ma anche da una situazione di divisione, di polemica e di rottura nella sinistra. Non è pensabile che possa continuare tra i due partiti questa situazione di muro contro muro.»



Numero progressivo: G133
Busta: 7
Estremi cronologici: 1985, 15 giugno
Autore: Stefano Carluccio
Descrizione fisica: Fotocopia pagina quotidiano
Tipo: Interviste/Dibattiti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “Avanti!”, 15 giugno 1985