SCALA MOBILE, NON DIVIDIAMOCI
Intervento di Castano, Ghezzi, Rampi, Terzi
Il fallimento della trattativa sul costo del lavoro e sulla riforma del sistema contrattuale ha determinato una nuova e assai difficile situazione per il movimento sindacale. Alla ripresa del negoziato, prevista per il prossimo giugno, il sindacato rischia di presentarsi in una condizione di maggiore debolezza e senza aver definito con la chiarezza necessaria i propri obiettivi di fondo.
Da un lato c’è il tentativo confindustriale di dare ormai per acquisita la cancellazione dell’istituto della scala mobile, con una interpretazione forzata e inaccettabile dei protocollo siglato a dicembre. Dall’altro c’è l’emergere nel sindacato di diverse ipotesi, sulla struttura del salario e sul modello contrattuale, che è necessario ricondurre rapidamente ad una sintesi unitaria per evitare che il movimento sindacale si muova in ordine sparso.
Occorre insomma ridefinire i contenuti di una piattaforma unitaria e su questa verificare il consenso dei lavoratori, recuperando i limiti che ha avuto la consultazione all’avvio della trattativa. E soprattutto è necessario che in questi giorni, in queste settimane, di fronte a una crisi economica e industriale di vaste dimensioni, il sindacato sappia intervenire con decisione, non limitandosi alla gestione degli ammortizzatori sociali, ma costruendo un movimento di lotta per una nuova politica industriale.
In ultima istanza, i rapporti di forza al prossimo tavolo negoziale dipenderanno da quello che sapremo fare ora. Se passa una linea di deindustrializzazione e di assistenzialismo pubblico, se non si strappano alcuni risultati significativi che agiscano in controtendenza, tutta la situazione rischia di essere ulteriormente compromessa.
Per questo alcune vertenze in corso, nei grandi gruppi industriali, acquistano un significato emblematico. Di fronte a problemi e a difficoltà di questa natura e di questa ampiezza, ci può essere la tentazione di un approccio solo propagandistico, di denuncia e di agitazione politica. Il clima elettorale può favorire tendenze di questo tipo. Questa non è a nostro giudizio, la linea d’azione del PDS.
Il Partito democratico della sinistra ha scelto, con grande chiarezza, una linea che assume e che valorizza il ruolo autonomo del movimento sindacale, e si è dichiarato per un confronto costruttivo con tutte le organizzazioni sindacali, liquidando ogni forma di collateralismo.
Ed è impegnato nella definizione di linee programmatiche concrete che offrano un’alternativa realistica alla politica del governo. È in questo contesto, e solo in questo contesto, che vanno valutate le iniziative politiche e legislative del partito su temi che hanno uno spiccato interesse sindacale, dalla scala mobile alle rappresentanze nei luoghi di lavoro.
Tali iniziative hanno rappresentato un utile supporto all’autonoma azione del sindacato. Se all’opposto vengono usate strumentalmente, con fini solo di carattere propagandistico, possono diventare un elemento pericoloso di divisione.
In particolare, per quanto riguarda il tema della scala mobile, ci sembrerebbe sbagliato farne l’epicentro dello scontro sociale e politico in questa fase. Rischieremmo di riprodurre uno scontro su un terreno riduttivo, che finirebbe per indebolire anziché rafforzare l’azione dei sindacato.
Il problema degli strumenti di protezione dall’inflazione dovrà essere affrontato all’interno di un negoziato sindacale complessivo, sulla base di una piattaforma unitaria, i cui cardini restano la politica dei redditi e il decentramento della contrattazione.
Noi restiamo convinti della necessità di un istituto automatico e universale, date le caratteristiche del sistema produttivo italiano che vede una larghissima diffusione della piccola impresa.
In questa situazione non può funzionare un puro e semplice rinvio alla contrattazione, perché ciò significherebbe per un’area vasta del mondo del lavoro l’assenza di qualsiasi forma di tutela. Riteniamo anche necessario, data la controversia interpretativa che si è prodotta a proposito del pagamento dei punti di maggio, un anticipo del negoziato che consenta di non lasciare questa questione alla casualità delle singole situazioni e dei rapporti di forza.
Le prossime elezioni politiche avranno sicuramente una grande influenza sull’evoluzione dei rapporti sociali e sui prossimi appuntamenti del movimento sindacale.
È per questo necessario che nella campagna elettorale i temi del mondo del lavoro abbiano una parte di primo piano, che alla rissa ideologica si sostituisca l’analisi concreta e ragionata dei problemi reali del paese, e questa caratterizzazione sociale e programmatica è essenziale per una forza politica di sinistra, per il PDS in particolare che può essere il punto di riferimento politico per una sinistra sociale che non intende rassegnarsi, adattarsi, o finire nel vicolo cieco di una protesta disperata.
Per tutte queste ragioni, politiche e sindacali, ci sembrano di dubbia utilità iniziative, come quella del 15 febbraio a Milano, che restringono lo schieramento e che possono alimentare ulteriori divisioni all’interno del sindacato. Riteniamo che il nostro impegno in questa fase debba essere finalizzato al rilancio dell’azione unitaria intorno ai grandi nodi della crisi economica, sociale e politica, che il paese attraversa.
Come sempre è avvenuto nella nostra storia politica, la sinistra è forte se ha come suo punto di riferimento un movimento di massa unitario.
Busta: 2
Estremi cronologici: 1992, 14 febbraio
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Sindacali - CGIL -
Pubblicazione: “L’Unità”, 14 febbraio 1992