RICCARDO TERZI
CANDIDATO AL CONSIGLIO COMUNALE DI MILANO

Breve intervista a Riccardo Terzi in occasione della sua candidatura a consigliere al comune di Milano nel 2001

Nato a Milano nel 1941, si iscrive alla Facoltà di Filosofia dell’Università Statale, allievo di Enzo Paci e di Mario Dal Pra. L’impegno culturale si traduce immediatamente, come è avvenuto per molti in quegli anni, alla vigilia del ‘68, in una scelta di politica attiva, nelle fila del PCI. Terzi partecipa attivamente a questa grande stagione politica, negli anni di Luigi Longo e di Enrico Berlinguer, come membro del Comitato centrale e come Segretario della federazione milanese dal 1975 al 1981. Il 1975 è l’anno della grande svolta politica a Milano, con la costituzione della prima giunta di sinistra. Terzi dà un contributo importante, anche per la sua costante attenzione ai rapporti unitari nella sinistra, nella prospettiva di una moderna cultura riformista. All’interno del Partito e della sinistra, Terzi assume una posizione originale e spesso critica, con una forte autonomia di pensiero, ponendo l’esigenza di un rinnovamento. Nel 1983 entra nella CGIL, collaborando con Lama, Pizzinato, Trentin e Cofferati. Dal 1990 al 1994 è segretario generale della CGIL della Lombardia. Si occupa dei quadri e di alte professionalità, fonda l’Associazione Ambiente Lavoro, che introduce nella politica sindacale una nuova sensibilità e attenzione verso le tematiche ambientali, e lavora sui temi istituzionali, contribuendo alla definizione di una linea di intervento attivo del sindacato, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per un assetto federalista dello Stato. Partecipa inoltre, in rappresentanza della CGIL, all’Assemblea del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) e collabora con il CRS (Centro per la Riforma dello Stato) insieme a esponenti di primo piano della cultura giuridica e costituzionale. Dal 1993 presiede l’Associazione Culturale Secondo Maggio, che organizza nei locali della Camera del Lavoro di Milano, un qualificato programma di musica del Novecento, realizzando così un incontro assai stimolante tra mondo del lavoro e cultura. Anche come dirigente della CGIL mantiene sempre viva l’attenzione alla vicenda politica, collaborando a numerose riviste e intervenendo nel dibattito interno al partito dei Democratici di Sinistra. Contribuisce alla definizione della piattaforma politica della Nuova Sinistra Ds ed entra, all’ultimo congresso, nella Direzione nazionale.

 

Quali critiche muovi all’attuale giunta comunale?

Terzi: «Va contrastata, a mio giudizio, quella che è stata anche la tendenza principale della giunta Albertini. E cioè quella di concepire il Comune come un’azienda. Si devono raggiungere sì obiettivi di efficienza, ma l’amministrazione comunale deve rispondere soprattutto a una domanda sociale. Deve riuscire a entrare in comunicazione con i cittadini. Deve creare forme di partecipazione, di coinvolgimento. Deve confrontarsi con le forze sociali. L’idea che il sindaco fa tutto, in una logica puramente tecnocratica, non porta a risultati positivi e soprattutto determina un totale svuotamento della vita democratica. La pubblica amministrazione funziona se c’è un processo di partecipazione. Questo è mancato. In questo senso dico che non si è costruito un sistema di governo.»

 

Quali strumenti servono per favorire la partecipazione?

Terzi: «Milano non può essere confinata dentro il municipio. Le grandi scelte di programmazione – infrastrutture, trasporti, ambiente, nodi della pianificazione territoriale – vanno effettuate su una scala più ampia. Va costruito un governo metropolitano. E vanno trasformate le attuali circoscrizioni, che oggi non hanno nessuna funzione rilevante, in veri e propri municipi. Se a questi organismi si affidassero tutti i servizi collettivi e le scelte più immediate di politica del territorio si instaurerebbe un rapporto più diretto con la popolazione. Così si potrebbe creare un sistema istituzionale che può funzionare meglio di quello attuale.»

 

Una forma di federalismo nella città…

Terzi: «Sì, se vogliamo. Va decentrato il maggior numero possibile di competenze e vanno portate su una scala più ampia altre questioni per le quali invece, il Comune attuale, rappresenta una dimensione troppo ristretta. Insomma bisogna analizzare i problemi e individuare per ognuno la dimensione ideale. Il sistema dei trasporti, per esempio, va organizzato su scala metropolitana. Lo stesso vale per i temi che riguardano i rifiuti, le politiche ambientali, il piano urbanistico. Tutto ciò che riguarda i servizi per i cittadini, le politiche di assistenza, le iniziative culturali nei quartieri, dovrebbe essere al contrario di competenza delle nuove municipalità.»

 

Che reali possibilità d’intervento ha il Comune?

Terzi: «Ha già una funzione fondamentale per effetto delle nuove misure di riforma avviate dal Parlamento e dal Governo nell’ultima legislatura, le leggi Bassanini. Oggi, con l’approvazione della riforma costituzionale – che ridefinisce le competenze tra Stato centrale, Regioni, Province e Comuni – l’ambito di responsabilità di queste ultime strutture diventa molto più ampio che nel passato. Nel caso di Milano, la stessa coalizione di centro-destra è alla guida delle tre amministrazioni ma, nonostante questa situazione di omogeneità politica, non ha dato una prova significativa e sufficiente. Anzi ci sono stati ripetuti conflitti istituzionali tra il Comune e la Regione sino all’ultima vicenda del referendum sulla devolution.



Numero progressivo: L56
Busta: 9
Estremi cronologici: 2001, aprile
Descrizione fisica: Fotocopia pagine rivista
Tipo: Interviste/Dibattiti
Serie: Cultura -
Pubblicazione: “Il metallurgico”, aprile 2001