REPRESSIONE E PROVOCAZIONE

A proposito dei fatti del Gallaratese

di Riccardo Terzi

Tutti i giornali hanno dato rilievo a quello che è accaduto al quartiere Gallaratese, che ha suscitato nella popolazione un’emozione profonda, ma in generale manca, come era da prevedere, una precisa valutazione politica degli avvenimenti.

Vi è anzi il solito tentativo di spiegare i fatti facendoli rientrare nello schema consueto tanto caro alle forze conservatrici: i dimostranti creano il disordine e la polizia intervenire per assolvere al suo dovere e per tutelare la legge.

In primo luogo, ci si dimentica della sostanza politica della questione, del fatto cioè che nella città di Milano il problema della casa è ancora, per moltissime famiglie, un problema drammatico, e che la situazione tende ad aggravarsi, in seguito alle scelte dei grandi gruppi capitalistici che favoriscono un’ulteriore concentrazione dell’attività economica a Milano e quindi un nuovo incremento dell’immigrazione.

I fatti del Gallaratese stanno a dimostrare, appunto, come dietro la facciata del benessere capitalistico continuino a restare insoluti molti dei problemi più elementari dell’esistenza. Continuino ad esistere situazioni di miseria e di estremo disagio.

Ora, è evidente che tutto questo insieme di problemi non può essere risolto con i metodi polizieschi, con l’impiego della forza pubblica contro chi chiede che si affrontino e si risolvano queste situazioni drammatiche in cui si trovano i lavoratori immigrati, cacciati dalle loro terre dall’ingiustizia della società attuale e dall’inettitudine dei governi.

È quindi dovere dei poteri pubblici, di tutte le forze politiche, cercare delle soluzioni positive, affrontare alla radice il problema del diritto alla casa conducendo una lotta politica contro la speculazione urbanistica e per un’effettiva e radicale riforma delle attuali strutture. Da questo punto di vista, non c’è dubbio che il pesante intervento poliziesco, il ricorso assolutamente ingiustificato alla forza, con impiego massiccio di tutto l’apparato di repressione, sia l’espressione di una unica volontà conservatrice. Le forze reazionarie hanno messo in atto una precisa manovra provocatoria, con l’obiettivo di creare un clima di allarme, di tensione.

E questa loro manovra, abbiamo il dovere di dirlo, è stata favorita, inconsapevolmente o no, dall’azione di alcuni gruppi irresponsabili che non hanno nulla a che vedere il movimento operaio e si camuffano dietro gli emblemi rivoluzionari. Essi hanno approfittato dell’oggettiva situazione di disagio in cui si trovano le famiglie dei lavoratori immigrati e hanno spinto la loro protesta verso degli sbocchi illusori, proponendo obiettivi sbagliati che dividono il movimento, tendendo a mettere i lavoratori gli uni contro gli altri e fornendo poi alle forze dell’ordine il pretesto per il loro intervento repressivo.

È infatti del tutto evidente che la parola d’ordine di prendersi la casa e di non pagare l’affitto non può essere accettata dal movimento operaio. È una parola d’ordine infantile e provocatoria, che danneggia la lotta generale dei lavoratori per conquiste che assicurino a tutti migliori condizioni di vita. La polizia, dunque, ha agito non già contro i gruppetti estremisti, ma in combutta con loro, utilizzandoli come strumenti, per potere impunemente agire contro il movimento operaio e popolare.

Se a Reggio Calabria le forze reazionarie scatenano la feccia fascista per mettere a soqquadro la vita democratica, esse non hanno certo nessuna esitazione a perseguire lo stesso obiettivo anche con metodi diversi, favorendo l’azione di alcuni piccoli gruppi di irresponsabili, i quali si prestano a questo assurdo gioco provocatorio e predicano la violenza fine a se stessa.

Contro questo pericoloso tentativo di creare una situazione generale di violenza, favorevole alle forze reazionarie, il movimento operaio e democratico deve reagire con fermezza, isolando i gruppi della provocazione, e rafforzando lo schieramento popolare e la lotta delle masse per una nuova politica di avanzata democratica.


Numero progressivo: G56
Busta: 7
Estremi cronologici: 1970, 27 settembre
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “L’Unità”, 27 settembre 1970