OPPOSIZIONE INCALZANTE
di Riccardo Terzi
La grande importanza della liquidazione del centro-destra e il diverso atteggiamento del partito comunista italiano verso il nuovo governo in carica. La necessità di misurare la volontà politica e il programma di governo.
Con la caduta del governo Andreotti, si è scongiurato il pericolo di una grave involuzione politica, che avrebbe potuto seriamente indebolire la stabilità del nostro regime democratico.
Se quella esperienza non fosse stata per tempo interrotta, la crisi politica del paese si sarebbe aggravata in modo forse irreparabile, e i pericoli di carattere reazionario avrebbero assunto una dimensione sempre più minacciosa.
Nella valutazione dell’attuale situazione politica occorre pertanto partire anzitutto da questo riconoscimento del risultato che è stato ottenuto con la liquidazione del centro-destra. A questo risultato noi attribuiamo una grande importanza, e vediamo in esso coronare una lunga e difficile lotta di opposizione.
Partendo da questo giudizio di fondo, appare evidente che l’atteggiamento politico del PCI non può non esprimersi oggi in un modo diverso, essendo mutato il quadro politico generale. Mentre l’opposizione al governo Andreotti era una opposizione di principio, che puntava a sgombrare il campo nei tempi più rapidi possibili dall’esistenza di quel tipo di governo, oggi invece si tratta di misurare nel merito quello che il governo intende fare, la sua volontà politica, il suo programma, per valutare se effettivamente si intende imboccare una via nuova per la risoluzione dei problemi del paese.
I pericoli di destra non sono ancora pienamente scongiurati, le forze che lavorano per uno sbocco conservatore sono ancora consistenti, organizzate, pronte a sferrare un contrattacco.
Non bisogna dimenticare come si è arrivati alla ripresa del centro-sinistra, attraverso quale profondo travaglio all’interno delle forze politiche; sarebbe, pertanto, un segno di grave superficialità considerare ormai acquisita e stabilizzata un’inversione di tendenza, non vedere il carattere ancora precario che ha l’attuale equilibrio politico.
In primo luogo, quindi, l’azione del governo va giudicata in rapporto all’impegno che sarà dedicato alla lotta contro la destra reazionaria, al rafforzamento delle istituzioni democratiche, alla difesa intransigente di un nuovo clima politico, che escluda ogni forma di connivenza o di tolleranza nei confronti delle provocazioni di destra.
Ciò è assolutamente indispensabile, per non ricreare il clima di tensione che ha caratterizzato gli anni precedenti. Non si tratta però di dichiarare soltanto in modo solenne l’impegno antifascista; ciò che occorre è un’azione concreta, volta a risolvere i problemi storici del Paese, a risanare le storture e le contraddizioni della società italiana.
Per fare un esempio concreto, i pericoli di destra che sono insorti, in modo preoccupante, nel Mezzogiorno non potranno essere superati senza un intervento efficace volto a realizzare un profondo rinnovamento nella struttura economica e sociale di quelle regioni, così da ristabilire un rapporto di fiducia verso le istituzioni democratiche e togliere spazio all’agitazione qualunquistica e alla demagogia reazionaria.
La questione meridionale appare oggi come quella più grave, da affrontare con urgenza; ma non si tratta solo di questo, è la situazione generale del Paese che, per gli errori del passato e per l’inettitudine della classe dirigente, presenta sintomi allarmanti di crisi e squilibri sociali crescenti.
Una nuova fase politica potrà dirsi veramente avviata quando si cominceranno a fare dei passi effettivi nel campo dell’azione riformatrice, e sotto questo profilo il giudizio sull’opera dell’attuale governo non può ancora legittimare aspettative troppo ottimistiche.
Il nuovo centro-sinistra, infatti, ha avuto un avvio stentato e contraddittorio, nel quale si combinano spinte diverse, senza che risulti chiaramente un indirizzo politico di fondo a cui conformare tutta l’azione governativa.
Il rischio che si ricada nella politica logorante dei rinvii, dei compromessi stentati, che si riproduca una situazione di vuoto politico, è dunque un rischio reale.
Per questo, noi riteniamo che di fronte al nuovo governo sta il problema di un rapporto costruttivo con il movimento operaio, con le sue organizzazioni sindacali e politiche, senza il quale una politica di riforme e di rinnovamento non può avere la forza di affermarsi e di vincere le resistenze che la intralciano.
L’esperienza dei precedenti governi di centro-sinistra dovrebbe pur insegnare qualcosa: essa non ha avuto successo e non ha assicurato al Paese uno sviluppo ordinato perché si basava su un’ipotesi di divisione del movimento operaio, mentre ciò che occorre è una larga unità di forze democratiche impegnate in una comune battaglia di rinnovamento sociale e civile del Paese. A questo obiettivo unitario tende la azione politica del PCI, la sua opposizione «diversa», che non è ripiegamento tattico, ma è un impegno di confronto serrato sui problemi fondamentali della società, nella consapevolezza della gravità della crisi e della urgenza di risolverla positivamente nell’interesse generale del Paese.
OBIETTIVI DI LOTTA
«Noi non lavoriamo per il peggio, né però ci rassegniamo al meno peggio. Abbiamo detto e ripetiamo che la nostra opposizione verso il governo Rumor è diversa da quella che conducemmo contro il centro-destra… Lottiamo perché si sviluppino gli elementi positivi nella situazione politica di oggi, perché la situazione progredisca, perché vada avanti un processo nuovo, perché si costruisca un assetto politico nuovo. Non spingiamo alla crisi, ma vogliamo restare una forza di opposizione autonoma… Vogliamo essere una forza che incalza, che preme in certe direzioni, in quelle che chiamiamo priorità, con l’iniziativa politica, con la battaglia in Parlamento, con la lotta delle masse. Altro che opposizione di attesa, come si va dicendo… Siamo un’opposizione incalzante, anche se costruttiva e responsabile… Siamo un’opposizione che vuole e deve mantenere il suo collegamento con le necessità, i bisogni delle masse popolari».
Busta: 7
Estremi cronologici: 1973, ottobre
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagine rivista
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “Nuova comunità”, ottobre 1973, p. 6