NESSUN VOTO OPERAIO AI PARTITI DEL CENTRO-SINISTRA
di Riccardo Terzi
Le prossime elezioni politiche misureranno a che punto sono oggi, in Italia, i rapporti di classe; ci diranno se la classe operaia si è rafforzata, se si sono fatti dei passi in avanti sulla via della trasformazione socialista.
Per questo, le elezioni sono un fatto politico importante e non vanno in nessun modo sottovalutate. A chi predica, con cinquant’anni di ritardo, la chiusura dell’estremismo, il rifiuto anarchico di ogni mezzo legale di lotta, bisogna ricordare che, nella concezione leninista, la democrazia parlamentare è sempre stata considerata come un’arma di cui può servirsi anche la classe operaia.
Che cosa ci dobbiamo attendere delle prossime elezioni? Esse saranno il banco di prova per la politica del centrosinistra. Con la nuova formula del centro sinistra, la classe dirigente si proponeva di snervare la resistenza operaia e di dividerne le energie, di riportare all’interno del sistema di potere della borghesia alcuni settori decisivi del movimento operaio.
È riuscito questo disegno? A noi pare di poter rispondere in senso negativo, ci pare ancora oggi giusto il giudizio dato dal nostro XI congresso sul fallimento del centrosinistra. Infatti, non vi è stato nessun rallentamento delle lotte operaie, nessun moto di ripiegamento; la coscienza di classe non si è lasciata offuscare dal centrosinistra e appare oggi, dopo cinque anni di politica di divisione, più unita che nel passato.
Proprio in questi giorni di campagna elettorale, noi assistiamo a un movimento impetuoso di lotte unitarie, alla lotta in alcune grandi fabbriche metalmeccaniche, come la E. Marelli, alla lotta degli operai della FIAT, dei tessili della Marzotto; e non si è ancora smorzato l’impeto combattivo del movimento studentesco, che per la prima volta nella storia italiana ha assunto la dimensione di un grande movimento di massa. È sulla base di questi dati della realtà che noi valutiamo possibile un risultato elettorale che segni uno spostamento politico a sinistra, una affermazione delle forze operaie. Naturalmente gli spostamenti politici non sono qualcosa di automatico, ma si richiede una vasta opera di orientamento, di convinzione.
Per trarre dalla situazione attuale, il massimo risultato, bisogna mettere in evidenza il valore del nuovo schieramento unitario che si è costituito e che indica la via di una possibile nuova maggioranza.
Le forze del socialismo italiano non sono tutte confluite nel PSU, non si sono tutte piegate alla prepotenza democristiana, ma esistono i socialisti del PSIUP, i socialisti che hanno seguito la linea della lotta unitaria indicata da Ferruccio Parri, ci sono i socialisti che hanno voluto restare coerentemente socialisti, militanti della classe operaia. Così non tutti i cattolici continuano ad essere democristiani, ma sono in molti quelli che rifiutano la disciplina del partito di Rumor, che prendono una posizione di lotta al fianco del movimento operaio. L’unità raggiunta dal lavoratori nella lotta per condizioni di vita più umane si può dunque tradurre anche sul terreno politico, può trovare nello schieramento unitario delle sinistre il suo sbocco naturale, coerente.
Il nostro lavoro elettorale consiste appunto in questo: impedire che lo stato di malessere, di insoddisfazione che attraversa la società italiana rimanga solo uno stato d’animo, e operare perché divenga coscienza politica.
Il centro-sinistra, nonostante le promesse demagogiche che sono di obbligo nel momento elettorale, non nasconde la sua volontà di continuare sulla strada intrapresa.
“Continuare” significa lasciare l’iniziativa ai gruppi monopolistici, lasciare inalterati i profondi squilibri sociali, abbandonare ogni idea di rinnovamento, ogni idea di giustizia sociale.
I lavoratori, è chiaro, non hanno nessun interesse a continuare, non hanno da ricavare nessun profitto da questa politica conservatrice.
E allora, la nostra parola d’ordine è nessun voto operaio ai partiti del centro-sinistra.
Il 19 maggio sia l’occasione per far pagare al governo il prezzo della sua politica antipopolare.
Busta: 7
Estremi cronologici: 1968, 3 maggio
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “Nuova Sesto”, n. 9, 3 maggio 1968