L’ESTREMISMO ISOLA IL MOVIMENTO STUDENTESCO

di Riccardo Terzi

Da tempo i problemi della scuola hanno assunto, a Milano in particolare e in tutto il Paese, un grande rilievo politico soprattutto in seguito all’apparire in varie forme di un movimento di lotta degli studenti.

C’è chi si accorge soltanto ora della crisi della scuola e ne attribuisce la causa agli studenti stessi, i quali impedirebbero, con le loro manifestazioni e con la loro lotta, il funzionamento regolare della scuola. In realtà la crisi della scuola ha radici ben più profonde, ed il malessere che è diffuso nella grande massa degli studenti è il sintomo di questa crisi generale, cui la classe dirigente non ha mai saputo o voluto dare soluzione.

Noi rifiutiamo pertanto di condividere questo atteggiamento conservatore per cui tratterebbe di mettere a tacere gli studenti e di restaurare la vecchia scuola, autoritaria sui metodi e reazionaria nei contenuti.

Quel tipo di scuola è entrato in crisi in modo definitivo, perché non più compatibile con lo sviluppo democratico della società e con la spinta delle masse popolari ad accedere agli studi e a modificarne gli indirizzi.

Il movimento degli studenti ha avuto il merito di accelerare questo processo e di rendere evidente a tutti l’urgenza di una nuova politica per la scuola.

D’altra parte, però, esso si è sviluppato in modo tumultuoso, portando con sé una serie di posizioni sbagliate e di spinte estremistiche. Ciò è comprensibile, data la natura particolare di questo movimento e come reazione a uno stato di cose ormai inaccettabile.

In particolare, è necessario porre l’accento su tre problemi, che hanno un’importanza decisiva. Il primo di essi è quello del funzionamento della scuola, della necessità che essa assolve pienamente alla sua funzione educatrice. Nella lotta contro l’attuale ordinamento, occorre sempre aver chiaro verso quali obiettivi ci si muove e occorre ribadire con molta forza che la questione è quella di realizzare una scuola che funzioni meglio di quella di oggi, che sia uno strumento efficace dell’elevamento culturale delle classi lavoratrici, le quali combattono contro il privilegio tradizionale dei ceti dominanti non certo per trovarsi poi tra le mani una scuola inservibile, disorganizzata e dequalificata.

 

Non tutto è chiaro

Ora, non sempre nella lotta degli studenti appare chiaro questo principio, e talvolta anzi sono prevalse posizioni puramente distruttive.

La conseguenza grave di tutto ciò è che spesso l’opinione pubblica non si rende conto esattamente del problema, e può essere influenzata delle argomentazioni reazionarie. È compito nostro fare intendere a tutti la necessità di una lotta di massa per la riforma delle scuola, e per il rinnovamento democratico e dell’unità, in questa lotta degli studenti, degli insegnanti e dell’intero movimento popolare.

Il secondo problema è quello della organizzazione del movimento degli studenti, del suo carattere di massa e democratico. La situazione attuale non può essere considerata soddisfacente in quanto vi è un gran numero di piccoli gruppi politici, in contesa tra di loro, e di dar vita ad un movimento unitario di massa, organizzato democraticamente. Ciò evidentemente indebolisce la lotta degli studenti, provoca una dispersione delle energie, e favorisce in ultima istanza i propositi delle forze conservatrici.

Questa critica vale anche per quelle forze che si raccolgono sotto la sigla del “Movimento Studentesco” e che sono in realtà un raggruppamento politico, chiuso e settario, che rappresenta solo una parte della realtà studentesca.

Infine, va posto il problema del rapporto col movimento operaio, essendo questa una condizione decisiva per poter condurre una lotta vittoriosa e per evitare di chiudersi in uno sterile isolamento.

Ora, mentre è indiscutibile lo spostamento verso sinistra compiuto dal movimento degli studenti nel suo complesso, è altrettanto vero, però, che fino ad ora non si è stabilito un rapporto organico con le organizzazioni del movimento operaio, e che spesso anzi si è scelta la via dell’agitazione estremistica contro di esse, e contro il Partito Comunista in particolare. La liquidazione di questi residui di anticomunismo e di spirito piccolo borghese è la condizione necessaria per avviare una nuova fase della lotta nella scuola, per poter davvero conseguire dei risultati politici concreti.

Tutte questa debolezze vengono avvertite, con molta chiarezza, delle forze reazionarie, le quali non certo casualmente hanno concentrato i loro sforzi e le loro provocazioni nella scuole e nell’università.

 

L’anello più debole

Essendo questo l’anello più debole dello schieramento democratico si cerca, da parte di queste forze, di dare un colpo mortale alla prospettiva di un rinnovamento democratico della scuola, e di alimentare un clima generale di tensione, tale da provocare contemporaneamente spinte estremistiche incontrollate da un lato, e dall’altro tendenze verso soluzioni autoritarie ed antidemocratiche, nel nome dell’ordine che deve essere restaurato.

Stupisce l’incredibile mancanza di spirito critico di alcuni dirigenti del Movimento Studentesco, i quali non solo non si accorgono di essere sull’orlo del collasso politico, ma pensano addirittura di esercitare una egemonia sulle masse popolari.

Si pone allora, con urgenza, l’esigenza di una presenza politica dei comunisti, per far sì che si affermino anche tra gli studenti posizioni politiche più realistiche e più responsabili e per realizzare soprattutto un serio rapporto di collaborazione con il movimento operaio.

A questo compito non rinunceremo, ma anzi, ci dobbiamo impegnare in una battaglia politica aperta, sapendo bene che le debolezze e gli errori del Movimento Studentesco vengono pagati sul terreno politico generale e si ritorcono contro il movimento operaio e contro la sua avanguardia politica.

È questo dunque il momento in cui la classe operaia e le sue organizzazioni politiche e sindacali, debbono prendere in mano con decisione il problema della scuola per sconfiggere le manovre reazionarie, per prospettare una linea positiva di riforme generali dell’ordinamento scolastico che sia corrispondente agli interessi popolari e nazionali e per costruire su questa linea un movimento unitario di lotta non inficiato dall’estremismo, ma capace di raccogliere i più larghi consensi e di ottenere risultati reali.


Numero progressivo: G48
Busta: 7
Estremi cronologici: 1971, dicembre
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “Nuova Sesto”, dicembre 1971