IL PIACERE DI LEGGERE: LA PAZIENZA E L’IRONIA
Recensione di Marco Togna del libro “La pazienza e l’ironia”
Riccardo Terzi, La pazienza e l’ironia. Scritti 1982-2010, Ediesse
Le parole sono pietre di fiato, così dice Erri De Luca. Difficile immaginare definizione migliore per quelle di Riccardo Terzi, oggi dirigente nazionale dello SPI CGIL. Parole levigate nella precisione delle analisi, eppure solide e resistenti a ogni pressione. A raccoglierne il percorso intellettuale è il volume La pazienza e l’ironia. Scritti 1982-2010, impreziosito dal saggio introduttivo dell’autore e dalla prefazione di Mario Tronti (presidente del Centro per la riforma dello Stato). Il libro riunisce ventitré scritti pubblicati in trent’anni sulle più importanti riviste italiane, tracciando il profilo di un uomo curioso e coraggioso, pervaso da tensione morale, forti inquietudini, ricerca mai sazia.
Prevale anzitutto in Terzi il senso della “mutazione” – e non della banale “transizione” – della nostra storia nazionale e dei grandi soggetti collettivi; con l’affannarsi della politica come pragmatismo vuoto, intrattenimento, competizione individuale per la leadership. Nella storia che raccontano i suoi scritti emergono il primato del “sociale” e dei suoi movimenti – e dentro al sociale, l’importanza dell’individualità – rispetto al “politico”; il rapporto conflittuale con la forma partito e con il PCI, di cui avverte sia la profonda necessità ideale sia l’ottusità della sua realizzazione, che lo porrà in una condizione di progressivo isolamento, fino alla sua uscita dal PCI e al felice approdo in CGIL (cui chiederà sempre la conquista di una piena autonomia, proprio per non incagliarsi nelle secche del corporativismo o della “politicizzazione subalterna”).
Il vero primato cui Terzi sente di richiamare tutti, insomma, è quello delle idee. Teoria e pensiero sono per l’autore la prima esigenza, che mette di fronte all’attuale (e liberatorio) “fare deideologizzato” di tanta sinistra italiana. Impossibile dar conto in poche righe delle tante occasioni in cui Terzi avverte questa divaricazione, questa cecità. Il lettore potrà ricercarle nelle riflessioni sulla Lega e sul “mito padano”, nella polemica a più riprese con Massimo D’Alema, nelle numerose pagine dedicate ai temi della rappresentanza e della concertazione. L’ultima annotazione, invece, è per lo scritto De senectute del 2004, dove l’autore inquadra il ruolo del sindacato pensionati: «Un lavoro sistematico di costruzione e ricostruzione della socialità», che sappia anche spingere l’anziano alla conquista della propria autonomia personale, di quella «saggezza – scrive Terzi – che può essere definita come l’elasticità del pensiero e la flessibilità nell’interpretazione della vita.»
Busta: 9
Estremi cronologici: 2011, settembre
Autore: Marco Togna
Descrizione fisica: Fotocopia pagine rivista
Tipo: Recensioni
Serie: Cultura -
Pubblicazione: “LiberEtà”, pp. 48-49