LA CLASSE OPERAIA E LA CRISI ITALIANA
di Riccardo Terzi
Questa crisi di governo, originata dalle poco chiare manovre dei gruppi di destra democristiani e socialdemocratici, ha finora conseguito un solo risultato: quello di dimostrare l’assurdità della situazione, il paradosso di questa maggioranza di centro-sinistra che vorrebbe essere organica e autosufficiente, e che nella realtà non si regge più nemmeno con le stampelle.
Nei discorsi ufficiali, tutti gli esponenti dei quattro partiti dichiarano le loro fedeltà al centro-sinistra, ma ciascuno di essi dà a questa formula vuota un contenuto diverso, e non appena si comincia e discutere di problemi concreti appare chiaro che non vi è nessuna base politica comune.
I socialdemocratici, in particolare, vorrebbero un governo fatto a loro immagine e somiglianza, unanime nei propositi reazionari, anticomunista dalla testa ai piedi. Da questo loro punto di vista ogni posizione larvatamente di sinistra appare come uno scandalo inammissibile: chiunque ponga in un modo diverso il problema dei rapporti con il PCI e l’atteggiamento verso le lotte sindacali viene considerato come un eretico da bruciare sul rogo. Perfino sull’on. Andreotti pesa ormai il sospetto di essere un pericoloso avversario.
È chiaro, a questo punto, che qualsiasi proposito di rilancio del centro-sinistra appare ridicolo, almeno che non si accettino le posizioni ultra-reazionarie del PSU. Bisogna finalmente rendersi conto che l’epoca del centro-sinistra è finita, ed è finita in modo inglorioso.
Quali lezioni sapranno trarre i partiti da questo stato di cose? Mentre sta divenendo chiara la volontà delle forze di destra di preparare le condizioni per un nuovo schieramento politico, ancora più arretrato e conservatore, spetta a tutte le forze democratiche contrapporre a questo disegno una linea di difesa efficace della democrazia, e ciò non potrà essere fatto senza l’apporto decisivo dei comunisti.
Costruire una nuova maggioranza, orientata a sinistra, aperta alle esigenze dei lavoratori, decisa a respingere l’attacco reazionario e ad isolare le forze che lo promuovono: è questo l’obiettivo fondamentale nell’attuale momento politico.
La gravità della situazione non può essere sottovalutata: le manovre dei gruppi di destra rischiano di condurre a una paralisi dell’intera vita politica, a un collasso del nostro sistema democratico, così da favore operazioni di carattere reazionario.
In tale situazione è dovere di tutti i democratici e di tutte le forze politiche di sinistra agire per una rapida soluzione democratica della crisi, per un immediato funzionamento di tutte le assemblee elettive, per un’azione unitaria e coordinata che faccia fallire i disegni avventuristici e irresponsabili di coloro che sono interessati ad aggravare e a inasprire lo stato di crisi in cui si trova il Paese.
Per ottenere questi risultati, è necessario fare appello alla mobilitazione e all’iniziativa delle masse, è necessario operare per una presenza autonoma dell’iniziativa sindacale, per una difesa dei diritti dei lavoratori, per instaurare un regime democratico di tipo nuovo all’interno delle fabbriche.
La classe operaia può e deve assumere, anche in questo momento, un ruolo dirigente, una funzione di carattere nazionale. Il Partito comunista, che è parte decisiva del movimento operaio, che è l’organizzazione in cui si raccoglie la parte più cosciente della classe operaia, assume dunque un ruolo di primo piano. È necessario, quindi, che si rafforzino ad ogni livello i rapporti di unità e di collaborazione tra il Partito comunista e tutte le altre forze democratiche.
Busta: 7
Estremi cronologici: 1970, 24 luglio
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “Nuova Sesto”, 24 luglio 1970