LA CGIL APRE AI QUADRI (CON INVITO A CISL E UIL)
Clamorosa mossa di Riccardo Terzi: l’appuntamento agli interessati è per domani (17:30) al De Amicis
di Andrea Marini
La questione posta come strategica per il sindacato – Riformare i consigli di fabbrica creando nelle aziende rappresentanze autorevoli di chi sul lavoro ha effettive responsabilità
Per la prima volta in Italia la CGIL costituisce un “coordinamento quadri”. L’iniziativa è di Riccardo Terzi. L’appuntamento per domani alle 17.30 al circolo De Amicis. La confederazione di Lama e Del Turco si pone dunque ufficialmente in concorrenza con i sindacati autonomi dei quadri. E comunque in dialogo con le associazioni aziendali di quadri, tecnici e soggetti con responsabilità organizzative e gestionali.
È un fatto clamoroso. E potrebbe esserlo ancora di più se la proposta di Terzi di allargare il coordinamento quadri alle altre due confederazioni fosse accettata da CISL e UIL della Lombardia.
«La vera novità – spiega il segretario regionale – è che la CGIL ha posto come strategica per il sindacato la questione quadri. Lo ha fatto ufficialmente a livello nazionale. Quindi non più solo interesse ma qualcosa di più. Di conseguenza il sindacato, quindi non solo la CGIL, deve organizzare queste forze per rappresentarle sul serio. Le associazioni già oggi esistenti? Alcune non si pongono in alternativa al sindacato, ma anzi gli riconoscono rappresentatività. E con queste non c’è problema. Altre puntano a sindacati autonomi e qui entra la concorrenzialità.»
Il coordinamento dunque parte da subito. Ma il vero lavoro avverrà nelle singole realtà. «È in azienda che si possono valutare i quadri – precisa Terzi -, distinguere gli impiegati da chi ha effettive responsabilità, premiare gli specialisti, gli esperti in particolari settori. E la contrattazione su questo deve essere aziendale. Certo riformando i consigli di fabbrica, creando rappresentanze autorevoli dei quadri. Cominciamo con il coordinamento che ha uno scopo immediato: raccogliere le forze che già esistono. Che non sono poche. Poi aprire un dialogo con le associazioni dei quadri. Quindi affrontare seriamente e concretamente le conseguenze della legge. Il Parlamento riconosce uno stato giuridico ai quadri, certo. Ma non basta. Come non basterebbe una contrattazione nazionale per questa categoria. Si tratta di andare avanti realtà per realtà.»
Buoni propositi, indubbiamente. Ma la base della CGIL, ancora in gran parte operaia, è in grado di compiere questa rivoluzione?
«I tempi sono cambiati e la legge ha affrettato questi cambiamenti – è la replica di Riccardo Terzi – certo non si tratta di creare nuovi sindacalisti a tempo pieno in rappresentanza ai quadri. Bisogna studiare forme alternative, part time, consulenze, collaborazioni. Il quadro veramente professionale non può lasciare il suo lavoro per un distacco sindacale. Le categorie da cui partire? Già qualcosa è stato fatto nel commercio. Un largo spazio esiste nei chimici, pensiamo solo all’Eni. Altrove siamo più indietro ma occorre cominciare al più presto. Spero lo si possa fare unitariamente, con CISL e UIL. Già oggi la divisione del sindacato è un freno all’adesione dei quadri. Per loro è più semplice e più comodo accordarsi con un’associazione autonoma. Ecco, se superassimo certe divisioni, potremmo ottenere risultati più tangibili e in tempi rapidi.»
Busta: 2
Estremi cronologici: 1986, 24 giugno
Autore: Andrea Marini
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Relativi a Terzi
Serie: Scritti Sindacali - CGIL -
Pubblicazione: “Il Giorno”, 24 giugno 1985