INTERVISTA – TERZI

Intervista a Riccardo Terzi sui quadri

Riccardo Terzi, consigliere comunale comunista a Milano, responsabile della politica economica del PCI per il nord Italia, nonché dei quadri. Una voce non “conformista” nei confronti di uno strato di lavoratori fin troppo ricco di contraddizioni

 

Carta Bianca Un anno fa, al convegno organizzato dal PDUP sui rapporti tra quadri, tecnici, classe operaia, lei definiva non necessariamente “corporative” o tendenti al corporativismo, le forme associazionistiche dei quadri. Oggi, a un anno di distanza, le principali associazioni italiane hanno preso la decisione di confluire nel coordinamento quadri Fiat di Arisio. Momento di riflessione, parcheggio, spia dell’incapacità del sindacato di stabilire un rapporto con questo strato, lei che cosa pensa?

Terzi «Le ragioni possono essere molte. Intanto i quadri non si sentono evidentemente rappresentati in nessuna delle associazioni, che non riescono ad essere un momento di coagulo, di organizzazione. In una situazione di incertezza evidentemente Arisio rappresenta una sicurezza. È anche vero poi che la frantumazione organizzativa è un fatto negativo perché non esiste in realtà un interlocutore. Da parte del sindacato non penso che la partita sia persa: c’è stato un avvio di rapporti con quella parte dei quadri disponibile al confronto. Ovviamente sono rapporti difficili, possibili solo con chi escludono forme di sindacalismo autonomo. Può anche darsi, per tornare ad Arisio, che il carattere non strutturato rigidamente del coordinamento quadri Fiat permetta alle associazioni che desiderano confluirvi, di muoversi in uno spazio ampio, ma adeguatamente rappresentativo.»

 

Carta Bianca Torniamo al sindacato. Esiste una strategia per non perdere definitivamente la partita?

Terzi «È un problema ampio che non coinvolge purtroppo solo i quadri. Nel caso specifico una revisione delle politiche rivendicative del sindacato è in parte avvenuta. Pensiamo solamente all’esasperato egualitarismo degli scorsi anni che ha messo in crisi il ruolo e l’identità dei quadri e che in parte è stato superato. Più in generale, di fronte alla crisi oggettiva del sindacato devono cambiare gli strumenti organizzativi. Non è pensabile che la democrazia sindacale si riduca alle consultazioni come mezzo permanente.»

 

Carta Bianca Nelle varie realtà aziendali esiste la possibilità di inserimento dei quadri nei Cdf. Pensa che potrebbe essere una soluzione?

Terzi «Indubbiamente sì, in alcuni casi nei CdF siedono già i rappresentanti dei quadri. Bisogna però considerare che l’inserimento incontra la resistenza degli operai e molto spesso quella di alcune associazioni; l’Unionquadri è contraria per esempio. Su questo piano ci si muove con molta difficoltà, tra resistenze e diffidenze varie.»

 

Carta Bianca: Quali iniziative ha in programma il partito comunista per sbloccare la situazione?

Terzi «La questione su cui vorremmo lavorare è quella legislativa. Esistono le condizioni per unificare le varie proposte di legge per la modifica del 2095. Con un minimo di sforzo politico è possibile superare le differenze tra le varie proposte. Dopo tutto un periodo di promesse non risolvere la questione “2095” vuol dire andarseli a cercare gli sbocchi corporativi.»

 

Carta Bianca In questo momento, secondo lei, chi ha interesse a tenere in piedi Arisio?

Terzi «Ovviamente la direzione Fiat e molti partiti. Indubbiamente favorire il corporativismo fa comodo a molti, specie in un momento di crisi economica le divisioni fanno comodo. Comunque mi sembra che la situazione sia piuttosto aperta, fluida. Non sono né ottimista, né pessimista, non credo sia il caso di adoperare eccessivi schematismi su quelli che potranno essere gli sbocchi del problema quadri. È ovvio che in una situazione di crisi economica come questa gli spazi si sono ristretti per tutti. Nelle recenti consultazioni è stato giocoforza considerare maggiormente i lavoratori a basso reddito. I quadri possono ricevere in questo momento solo qualche segnale che i loro problemi rivendicativi e rappresentativi in qualche modo sono sentiti, sono usciti alla luce. Molto può essere fatto con le trattative aziendali, anche per evitare che le situazioni rivendicative vengano risolte direttamente dai vertici delle aziende.»

 

Carta Bianca Al di là delle politiche rivendicative di questo strato di lavoratori, che idea si è fatto lei di loro?

Terzi «Io credo che se resteranno chiusi in se stessi potranno risolvere solo alcuni problemi perdendo di vista i punti più importanti. Ai convegni e ai seminari dei quadri si parla molto di professionalità, ma se questa dovesse essere riconosciuta in base a criteri giusti non so in quanti sarebbero a ricevere questo premio. Trovo che gli argomenti trattati siano poi in definitiva sempre gli stessi. Per esempio non ho notato nessun interesse per le tecnologie, per la nuova organizzazione del lavoro che si sta delineando.»

 

Carta Bianca La classe operaia ha prodotto una sua cultura, sia pure indotta, sia pure contraddittoria. Crede che accadrà qualcosa di simile per i quadri?

Terzi «Non so dirlo, anche perché questo è un periodo di transizione dove può accadere tutto o nulla. Nel nostro caso, molto probabilmente accadrà solo che, preso atto di questa realtà, bisognerà farci i conti, senza aspettarsi nulla.»


Numero progressivo: G7
Busta: 7
Estremi cronologici: 1983, marzo
Descrizione fisica: Pagine rivista
Tipo: Interviste/Dibattiti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “Carta Bianca”, marzo 1983, pp. 29-30