DISARMARE LA POLIZIA IMPEGNO UNITARIO

di Riccardo Terzi

Dopo l’uccisione dei due braccianti ad Avola, vittime della violenza poliziesca, ecco ora i fatti di Viareggio che ripropongono con forza la necessità del disarmo della polizia.

A Viareggio, un gruppo di giovani manifestava contro lo spreco e contro il lusso sfarzoso di cui si circonda l’alta società borghese.

Era una protesta legittima, giusta, che esprimeva lo sdegno per le così stridenti ed offensive diseguaglianze sociali, che turbano la società italiana. Certo, la lotta per correggere questi squilibri, per piegare la prepotenza della classe dirigente, non si può risolvere soltanto con la protesta contro gli aspetti più vistosi ed esteriori del privilegio di classe, ma ciò non toglie nulla al valore di quella protesta, che è una presa di coscienza, sia pure ancora parziale, dei guasti della società e della necessità di eliminarli.

Ancora una volta, le forze dell’ordine hanno voluto dimostrare in modo concreto di essere al servizio delle classi privilegiate, intervenendo con violenza per reprimere la contestazione giovanile.

Ad Avola si trattava di salvaguardare i privilegi dei proprietari terrieri, minacciati dalla lotta sindacale dei braccianti, a Viareggio di tutelare i ricchi borghesi da chi protestava contro le loro smodate manifestazioni di lusso e di ricchezza. Nell’un caso come nell’altro, si è utilizzato uno strumento pubblico per difendere gli interessi di una parte, rivelando così la natura di classe dello Stato e i legami di solidarietà che uniscono l’apparato statale alla classe dei padroni e dei ricchi privilegiati.

Di fronte a questa situazione, la richiesta di disarmare la polizia è un’esigenza di civiltà, intorno alla quale è necessario sviluppare con forza una mobilitazione unitaria e di massa. È questo un momento della nostra lotta per il rinnovamento democratico dello Stato, per una diversa concezione del rapporto tra lo Stato e i cittadini.

Non a caso il governo e le forze reazionarie hanno risposto all’azione di denuncia condotta dall’Unità con una violenta campagna intimidatoria, cercando di occultare la verità del fatti e di mettere sotto accusa il nostro partito. Questa reazione rabbiosa delle forze di destra dimostra che abbiamo colpito nel segno, che abbiamo sollevato un problema, quello del disarmo della polizia, che è oramai maturo nella coscienza dei cittadini. Su questa strada dobbiamo continuare a procedere con fermezza, respingendo ogni provocazione, ed allargando il fronte delle forze che si vogliono impegnare per ottenere una svolta nei rapporti dello Stato coi cittadini, per porre fine all’autoritarismo borghese e per realizzare una effettiva democrazia.


Numero progressivo: G81
Busta: 7
Estremi cronologici: 1969, 10 gennaio
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “Nuova Sesto”, 10 gennaio 1969