CRONACHE ELETTORALI
di Riccardo Terzi, senza firma
CHIACCHIERE: QUANTO… RUMOR
L’on Mariano Rumor, leader della DC, si trova a corto di argomenti politici, e si mette a scrivere lettere fiorite quanto inconcludenti alle «gentili signore».
Che cosa ha di tanto importante da dire l’on. Rumor, che cosa lo ha spinto a scrivere migliaia di lettere, fabbricate in serie, con tanto di carta intestata che porta la sigla «Democrazia Cristiana: il segretario politico»?
L’on. Rumor comincia con una amara e sconsolata confessione: «Il 19 maggio dovremo eleggere il quinto Parlamento Repubblicano.» Purtroppo dovremo farlo. Abbiamo pensato di farne a meno, di evitare alle gentili signore questa seccatura, ci abbiamo provato con il Sifar, con il generale De Lorenzo, con ogni mezzo possibile. Ma non c’è stato niente da fare: dovremo subirci anche il quinto Parlamento, e c’è il rischio che anche questo non sia l’ultimo.
Ma l’on. Rumor non dispera: «Io ho comunque creduto giusto scriverle per stabilire un colloquio e, se possibile, un rapporto diretto di reciproco orientamento.» Notate la delicatezza delle espressioni. Sembra quasi la lettera amorosa di un corteggiatore timido. Questa sì che è democrazia! L’on. Rumor in persona si degna di scrivere alle «signore», chiede addirittura un «rapporto diretto», un «colloquio» e dice che si dovranno trovare «insieme» le soluzioni ai problemi del Paese.
Che bisogno c’è del Parlamento quando c’è un uomo come Mariano Rumor, pronto a colloquiare, a incontrarsi, a inviare lettere, a corteggiare tutte le «signore» d’Italia?
Di fronte a questo esempio di democrazia non ci resta da fare altro che ritrarci, ammirati. Solo una cosa però non è chiara: che cosa ha voluto dire l’on. Rumor? Si arriva alle fine della lettera, la si rilegge, si controlla che non sia uno scherzo. Niente. L’on. Rumor non ha voluto dire nient’altro: voleva solo colloquiare, il chiacchierone!
BUONA PASQUA VOTATE PER ME
I socialisti unificati (il che equivale a dire socialisti ma non troppo), dopo avere occupato la stanza dei bottoni, cominciano a capire a che cosa servono questi famosi bottoni. In fondo, basta prendere esempio dai democristiani che sono in materia dei veri specialisti.
Con l’aiuto dei bottoni, si sono accattivati le simpatie del Corriere delle Sera e di tanti altri galantuomini. E ora, scoperto il gioco, credono che l’elettorato italiano sia tutto rimbecillito e che bastino gli auguri di Buona Pasqua per conquistare migliaia di voti.
È il caso del dr. Gianni D’Alfonso, di cui abbiamo già parlato a proposito della pirateria elettorale, e che non desiste dalle sue imprese di corsaro.
A tutti gli invalidi civili è giunto, nell’occasione della Pasqua, un biglietto d’auguri, nel quale agli invalidi si augurano buone feste e al dr. Alfonso si augura l’elezione al Parlamento.
Ma in tutta questa faccenda, così sfacciatamente elettoralistica, c’è qualcosa di grave che va denunciato. In questo biglietto pasquale si dice che «la LANMIC ha deciso di presentare per la Camera dei deputati la candidatura del presidente provinciale di Milano, prof. dr. Gianni D’Alfonso nella liste del Partito Socialista Unificato»: il che è falso. Non c’è, e non ci può essere nessuna decisione della LANMIC in proposito. Il PSU ha il diritto di presentare i candidati che vuole, ma non ha il diritto di coinvolgere nella campagna elettorale le organizzazioni unitarie di categoria. È come se noi dicessimo: «La CGIL ha deciso di presentare il compagno Novella» e facessimo pervenire a tutti gli iscritti del sindacato degli auguri di Pasqua come quelli del dr. D’Alfonso. Saremmo accusati di falso e di volgare strumentalismo. Bene, noi allora accusiamo di falso e di strumentalismo il dr. D’Alfonso, il quale ha scambiato gli invalidi civili per invalidi mentali e ha scambiato le elezioni politiche per una vendita all’asta.
Busta: 7
Estremi cronologici: 1968, 19 aprile
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “Nuova Sesto”, 19 aprile 1968