APPROVATA LA LEGGE OCCORRE GESTIRE GLI ASPETTI SINDACALI E CONTRATTUALI

di Riccardo Terzi

Con l’approvazione della Legge sui quadri si è conclusa la lunga vicenda politico parlamentare che si è aperta circa quattro anni fa con la presentazione di diverse proposte di legge per il riconoscimento giuridico dei quadri.

La legge approvata non è esente da difetti, ma è, tutto sommato, un punto di mediazione accettabile. I tentativi di forzatura volti ad imporre per legge una rottura dell’attuale ordinamento contrattuale e a favorire quindi lo sviluppo di un sindacalismo autonomo dei quadri non hanno avuto successo, ed è prevalsa un’impostazione che affida alla contrattazione collettiva la concreta soluzione dei problemi dei quadri. L’organizzazione sindacale, quindi, non viene espropriata dei compiti di rappresentanza dei quadri, ma piuttosto viene sollecitata dalla legge ad affrontare questo problema in termini nuovi, tenendo conto delle caratteristiche specifiche e peculiari dei quadri nella realtà del mondo del lavoro.

A questo punto, occorre rapidamente spostare l’attenzione dagli aspetti giuridici e legislativi a quelli più strettamente sindacali e contrattuali.

Se il sindacato unitario non recupera in tempi brevi i gravi ritardi che si sono accumulati, la tendenza verso forme di organizzazione autonoma e corporativa può divenire prevalente. L’unità della rappresentanza sindacale si può salvare solo alla condizione che in modo esplicito siano affrontati nella contrattazione aziendale e di categoria i problemi specifici dei quadri: problemi salariali, problemi di inquadramento, di valorizzazione della professionalità, di tutela di uno spazio di autonomia per le figure a più alta professionalità, problemi infine di democratizzazione dei processi decisionali nelle imprese.

Questi nuovi compiti richiedono anche una risposta organizzativa: come il sindacato si attrezza per organizzare al proprio interno, a tutti i livelli, a partire dai Consigli di fabbrica, la rappresentanza sindacale dei quadri.

Soluzioni organizzative e soluzioni politiche sono evidentemente intrecciate: nell’uno e nell’altro campo occorre una svolta, una inversione di tendenza, occorre in sostanza che il sindacato assuma il problema dei quadri come questione che ha un rilievo strategico centrale, e non più come un aspetto marginale e periferico.

Questa è la sfida a cui il sindacato e chiamato nei prossimi anni. L’alternativa è lasciare ad altri (alle organizzazioni autonome e ai sindacati corporativi) la rappresentanza di queste figure sociali oggi decisive nel sistema delle imprese, o, peggio ancora, subire senza reazione la tendenza delle imprese a risolvere al di fuori di ogni contrattazione e di ogni controllo democratico i problemi, salariali e professionali, dei quadri e dei tecnici.

Una tale rinuncia condurrebbe il sindacato in una posizione di crescente debolezza, perdendo sempre più il controllo con le figure professionali che sono al centro dei processi di innovazione e di trasformazione delle imprese.

Per tutte queste ragioni, quindi, la legge può essere uno strumento utile, uno stimolo al rinnovamento della politica sindacale.


Numero progressivo: B66
Busta: 2
Estremi cronologici: 1985, maggio
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagine rivista
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Sindacali - CGIL -
Pubblicazione: “Quadri tecnici”, maggio 1985