APPASSIONATO DIBATTITO SUGLI AVVENIMENTI DI PRAGA

di Riccardo Terzi, senza firma

Il grave annuncio dell’intervento militare in Cecoslovacchia dell’URSS, e degli altri Paesi del Patto di Varsavia, ha suscitato grande emozione in tutto il Partito. Si è trattato di un avvenimento imprevisto, difficilmente spiegabile, in contrasto con le conclusioni politiche a cui si era arrivati all’incontro di Bratislava.

La prima esigenza è stata quella di capire che cosa era successo, di afferrare la logica degli avvenimenti: e, come è naturale, molte sono stato le ipotesi, i giudizi, anche discordanti, che venivano proposti per darsi una ragione della crisi cecoslovacca.

Sulla base del comunicato dell’Ufficio politico, che esprimeva subito il dissenso del nostro Partito per l’intervento militare, si apriva una discussione appassionata.

Nella stessa serata del 21 agosto si teneva un’assemblea di tutti i compagni, di quelli che era stato possibile rintracciare, e, alla presenza del segretario della Federazione, compagno Bollini, la discussione si faceva subito molto viva, piena di interrogativi inquietanti.

E, infatti, come spiegare questo errore della politica sovietica, dopo che abbiamo avuto tante testimonianze della saggezza e della coerenza di questa politica? Come era possibile arrendersi alla evidenza dei fatti, ed accettare un giudizio di riprovazione, senza un travaglio, senza una riflessione?

Man mano che gli avvenimenti si sviluppavano, e se ne poteva valutare con più precisione il reale significato, diveniva più chiara la giustezza della posizione assunta dal nostro Partito, che è una posizione di fedeltà all’internazionalismo, e non di rinuncia, di coerenza con i nostri principi, con i principi elaborati da tutto il movimento comunista.

In tutte le sezioni si è sviluppato il dibattito, con la partecipazione di numerosi compagni, e seguendo il metodo della discussione serena, senza asprezze polemiche, senza intolleranze.

Il nostro Partito ha dato così prova, in questo momento difficile, di maturità democratica e di spirito unitario. Tutti quelli che speravano di poter approfittare dei fatti di Cecoslovacchia per provocare una crisi nelle file dei Partito Comunista, per indebolirne la compattezza, sono rimasti delusi, hanno dovuto riconoscere che in questa nostra discussione, condotta da comunisti, non c’è spazio per la propaganda avversaria.

Dopo i lavori dei Comitato Centrale, che hanno precisato ed allargato il giudizio del Partito sui fatti cecoslovacchi e sulla realtà complessa del movimento comunista internazionale, si è tenuta al cinema Rondò una pubblica manifestazione, nel corso della quale il compagno Tortorella, segretario regionale del PCI, ha illustrato le ragioni e il significato della posizione del Partito.

Il nostro dissenso con l’intervento in Cecoslovacchia, ha precisato Tortorella, non è una rottura della solidarietà internazionale, dell’amicizia con l’Unione Sovietica, la nostra è invece una posizione che si colloca all’interno del movimento comunista, e che vuole contribuire al superamento degli errori e al consolidamento dell’unità di tutti i partiti comunisti. Per questo non possiamo accettare lezioni da chi è nemico del socialismo, da chi è avversario dell’Unione Sovietica, da chi non ha detto una parola di condanna per le imprese criminali dell’imperialismo americano.

Anche il comitato cittadino del PCI si è riunito ed ha approvato una mozione conclusiva, che esprime l’adesione alla linea decisa dal nostro Comitato Centrale.

Naturalmente il dibattito non è concluso, ma anzi si deve approfondire e arricchire, perché i temi che ci stanno di fronte sono di gande importanza. E sarà, di questo siamo certi, un dibattito che rafforzerà il Partito e lo porterà a condurre meglio, con maggior lucidità, la sua iniziativa e la sua lotta.



Numero progressivo: G94
Busta: 7
Estremi cronologici: 1968, 6 settembre
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “Nuova Sesto”, 6 settembre 1968