DIZIONARIO: LA SOCIETÀ DEL BENESSERE

di Riccardo Terzi, senza firma

Vi sono, nel linguaggio, dei fenomeni curiosi, delle stranezze. E una di queste stranezze è che si parli della moderna società capitalistica come di una “società del benessere”.

Ne parlano i difensori del capitalismo, (ed è naturale), i quali cercano di convincerci che il capitalismo è ormai maturo ed è in grado di soddisfare tutte le esigenze della vita moderna; ne parlano anche esponenti della sinistra (e questo si capisce un po’ meno), i quali rifiutano, insieme con il capitalismo, l’idea stessa della società del benessere.

Il capitalismo maturo, il neocapitalismo: ma esiste davvero un capitalismo di tipo nuovo, capace di sfuggire alla legge da cui è stato finora guidato e che ha significato la miseria e lo sfruttamento della grande massa dei lavoratori?

Quali sarebbero i fatti nuovi che ci autorizzano a parlare di società del benessere?

Il livello di vita dei lavoratori, si dice, si è innalzato, vi è la possibilità di partecipare più ampiamente alla ricchezza prodotta dalla società. Ma questo non è un dato sufficiente: con il progresso tecnico, tutta la società si trova ad un livello di vita più elevato, e qualche briciola della ricchezza sociale deve pur giungere anche alle classi povere.

Il fatto decisivo è un altro, ed è che resta immutata, anzi si approfondisce, la distanza fra le diverse classi sociali, resta intatto l’immenso squilibrio che contrappone gli interessi dei lavoratori a quelli dei possidenti capitalisti. Vi sono “isole di benessere”, ma le isole non bastano a definire la società.

Se vogliamo giudicare la società italiana non possiamo cancellare la arretratezza del Mezzogiorno e delle campagne; e se giudichiamo il capitalismo moderno degli USA, non possiamo ignorare le condizioni della popolazione negra, che sta diventando la maggioranza delle grandi metropoli americane, né l’oppressione e lo sfruttamento esercitato dalla potenza americana su tanti paesi del terzo mondo.

Si tratta dunque di un benessere a senso unico, di cui usufruiscono solo alcuni settori della società, lasciando senza prospettive quanti vivono nell’arretratezza e nella miseria.

Può sembrare, questa, un’analisi invecchiata e dogmatica, incapace di vedere le cose nuove, che si stanno realizzando nell’ambito del capitalismo.

Vediamo dunque questi fenomeni nuovi.

La trasformazione più sensibile che è intervenuta nella società capitalistica è lo sviluppo del settore statale rispetto a quello privato e l’intervento sempre più esteso dello Stato nella determinazione delle scelte economiche.

È questo, indubbiamente, un fatto importante, che apre nuove possibilità. Ma, fino a quando lo Stato è guidato dalle stesse leggi e dagli stessi criteri che guidano le grandi aziende private, non si cambia il quadro della situazione sociale, non si trasformano i rapporti di classe.

Vi è poi un altro fenomeno: il diffondersi di determinati consumi, alimentato da una campagna pubblicitaria metodica ed intensiva.

Ma il problema è di vedere quali consumi hanno la prevalenza, quale modello di vita viene imposto dalla campagna pubblicitaria e dall’influenza ideologica della classe dominante.

Una società nella quale l’automobile è più importante dell’ospedale, e la televisione è più importante della scuola, è davvero una società che ha raggiunto il benessere? O non è invece una società infantile e primitiva (altro che capitalismo maturo!), dove le leggi della moda si sostituiscono alle leggi della ragione?

Non dobbiamo lasciarci ingannare dalle parole e dalle apparenze. Da sempre i propagandisti della borghesia cercano di nascondere le piaghe della società che vogliono difendere, e oggi ricorrono a questa trovata pubblicitaria della società del benessere, con la speranza che nella testa della gente l’idea del benessere si trasformi e che gli uomini, entrati in possesso del dentifricio alla clorofilla o di una gracchiante radio-transistor, si sentano finalmente entrati nel regno della libertà.


Numero progressivo: G114
Busta: 7
Estremi cronologici: 1967, novembre
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “La nostra lotta”, 1967