LA SOLIDARIETÀ DEI POPOLI SCONFIGGE GLI AGGRESSORI
Nel Vietnam
di Riccardo Terzi
Ancora una manifestazione per il Vietnam. Migliaia di milanesi, e tra questi molti cittadini di Sesto S. Giovanni, hanno dato vita ad una grande dimostrazione politica a sostegno della lotta di liberazione del popolo vietnamita. Dopo tante manifestazioni cui abbiamo partecipato e assistito, è bene fare una riflessione; quali risultati siamo riusciti ad ottenere con queste iniziative politiche, e quali nuovi obiettivi ci possiamo proporre? Un primo risultato appare evidente: la denuncia della guerra imperialista, e la difesa dei diritti del popolo vietnamita sono sostenute oggi da un arco di forze sempre più esteso. Alla lotta per la pace non partecipano più solo i comunisti, ma anche numerose altre forze, socialiste, cattoliche, democratiche, le quali sino a ieri erano esitanti.
La manifestazione di sabato scorso ha rappresentato, appunto, un ulteriore successo della politica unitaria: durante il comizio in piazza Castello hanno parlato insieme con il compagno Ingrao, Basso per il PSIUP, Lombardi per il PSU, Di Pol per la Camera del Lavoro, e Gentili per la rivista cattolica Il Momento. Tutti i partiti di sinistra, ed anche alcuni settori del mondo cattolico, si sono dunque pronunciati contro la guerra d’aggressione nel Vietnam, esiste oggi in Italia una maggioranza per condurre avanti una politica di pace. Questa nuova realtà che si va sviluppando nel Paese, non è ancora riuscita ad incidere sulla politica del governo, che resta fermo alle vecchie impostazioni atlantiche e filoamericane della politica internazionale.
Ma anche il governo, nonostante il suo immobilismo o la sua sordità è spinto oggi ad attuare una politica più prudente e più aperta. È di questi giorni la notizia di un primo contatto preso ufficialmente con i rappresentanti della Repubblica democratica del Nord Vietnam. È soltanto un atto diplomatico ma molto significativo, dopo che per anni la linea del governo italiano è stata quella di ignorare l’esistenza del governo di Hanoi e di non compiere nessun atto, se non dietro l’autorizzazione degli Stati Uniti rinunciando così a svolgere, in campo internazionale una propria autonoma iniziativa.
Intanto, nel Vietnam, le cose stanno precipitando. Gli americani hanno subito una grande offensiva delle forze popolari vietnamite, hanno dovuto registrare delle sconfitte e vedono accresciuta le loro difficoltà. Ecco un insegnamento importante: gli imperialisti, nonostante la loro potenza possono essere sconfitti, quando contro di loro è schierato un popolo intero. I vietnamiti hanno combattuto con tenacia, con fermezza, e mentre gli americani aumentavano i loro contingenti, aumentava lo slancio combattivo del popolo vietnamita, e si approfondiva la sua coscienza nazionale unitaria.
Ed ora i generali americani sono alle strette: si proponevano di vincere la guerra, e si vedono ricacciati dall’offensiva popolare.
Ormai si aprono solo due strade possibili: o accettare le trattative di pace, proposte dal governo di Hanoi e dal fronte di liberazione, oppure tentare qualche nuova disperata avventura, intensificando la guerra.
Dal governo di Johnson non possiamo attenderci nulla di buono, ha già ampiamente dimostrato di essere un governo di avventurieri e di criminali: dobbiamo invece fondare le nostre speranze sulla pressione dell’opinione pubblica mondiale, sull’estendersi del movimento di lotta per la pace. Per questo, altre manifestazioni saranno necessarie, sempre più unitarie, sempre più combattive.
Busta: 7
Estremi cronologici: 1968, 23 febbraio
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “Nuova Sesto”, 23 febbraio 1968