GRECIA DEI COLONNELLI: SIMBOLO DELLA “LIBERTÀ OCCIDENTALE”
di Riccardo Terzi, senza firma
Non c’è più nessun dubbio sulla sostanza fascista del regime politico della Grecia, e non c’è nessuno, nemmeno tra i conservatori più oltranzisti, che osi pronunciare una difesa a favore dei colonnelli e della loro politica.
Ciò significa che la coscienza antifascista è una conquista, ormai radicata, dalla quale non si può più tornare indietro: di fronte alla brutalità del fascismo si forma spontaneamente uno schieramento unitario di condanna e di riprovazione
Ma a noi sembra che gli avvenimenti della Grecia, cosi drammaticamente attuali dopo la condanna a morte del patriota Panagulis, siano tali da dover suggerire non soltanto un risveglio di antifascismo, ma una più precisa considerazione delle cause che riproducono, nel mondo di oggi, il fenomeno doloroso della dittatura fascista.
Ed è su questo punto che i moderati di casa nostra rimangono zitti, fingendo di ignorare i legami di complicità internazionale che sorreggono il regime fascista della Grecia.
È abbastanza curioso che, a dispetto dei fatti, si continui a parlare dell’Europa libera e democratica, nella quale il fenomeno fascista sarebbe soltanto un’anomalia eccezionale. Ebbene, questa Europa, baluardo di libertà, ha generato, nel corso di mezzo secolo, la grande ondata del nazifascismo, dalla quale ci siamo potuti liberare solo con una terribile guerra di proporzioni mondiali, ha generato il regime di Franco e quello di Salazar, ancora oggi intatti ed inseriti nella vita europea, ha alimentato le spinte autoritarie in Germania, dove risorgono le organizzazioni naziste, in Francia dove il potere è concentrato nelle mani di De Gaulle e di una ristretta oligarchia, in Italia dove periodicamente viene all’ordine del giorno il problema del colpo di Stato. E allora, la vittoria del fascismo in Grecia non è un’eccezione, ma il prodotto di un sistema che nel suo insieme scivola verso il fascismo, perché si regge su quelle stesse basi economiche che hanno reso possibili o hanno favorito i regimi di Hitler e di Mussolini. Altro che Europa democratica! Gli ideali di democrazia vivono oggi nelle lotte della classe operaia e nella protesta giovanile, mentre la classe dirigente, espressione del capitale monopolistico, accetta la democrazia solo come uno stato di necessità, e quando ha la forza di farlo, se ne sbarazza.
L’antifascismo dunque non può essere una reminiscenza del passato, ma deve essere un sentimento vivo e operante oggi, avendo chiari i termini della lotta e le cause obiettive da cui il fascismo trae origine ed alimento.
L’esistenza della dittatura fascista in Grecia mette sotto accusa non soltanto il governo dei colonnelli, ma il sistema politico-militare europeo, guidato e protetto dalla grande potenza imperialistica americana, mette sotto accusa il Patto Atlantico e la NATO, che rappresentano una continua minaccia per la democrazia politica, in ogni Paese europeo.
È nella logica dell’imperialismo appoggiare i regimi reazionari e di estrema destra, e quindi non ci può essere coerente ed efficace lotta antifascista se non si vede nel sistema mondiale dell’imperialismo il nemico comune da battere.
Non è possibile essere davvero al fianco del popolo greco e nello stesso tempo stringere la mano di Johnson o di Nixon e riconoscersi nel modello della “democrazia americana”. In questa contraddizione si dibattono ancora oggi molte forze politiche italiane la cui azione diventa per questo debole e inefficace.
Per liberare l’Europa dal fascismo dobbiamo cominciare a liberarci della retorica della “libertà occidentale” e riconoscere apertamente che questa nostra civiltà europea è tutta da rinnovare e da ripulire, e ciò può essere fatto solo promuovendo una grande ed impegnativa lotta di massa.
Busta: 7
Estremi cronologici: 1968, 29 novembre
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “Nuova Sesto”, 29 novembre 1968