SALARI RIFORME E NUOVI INDIRIZZI POLITICI

Alla vigilia dello sciopero generale del 15 ottobre

di Riccardo Terzi, senza firma

Milioni di lavoratori sono scesi in campo, con grande slancio e combattività, con fiducia nella propria forza, dando vita ad un grande schieramento di lotta, organizzato e compatto. Si apre così una situazione politica nuova, più favorevole, nella quale si moltiplicano le difficoltà e le contraddizioni all’interno dell’area governativa. È vero che il padronato ha assunto fin dall’inizio posizioni di intransigenza e di tracotanza, ricorrendo anche alle armi della provocazione, come è accaduto alla Fiat e alla Pirelli. È vero che la lotta si presenta comunque come uno scontro duro, impegnativo, ma nonostante ciò la situazione attuale appare come una grande occasione, nella quale il movimento operaio può compiere un grande passo in avanti, modificando a proprio vantaggio i rapporti di forza.

Infatti, la rigidezza dell’atteggiamento padronale è soltanto una facciata, dietro la quale si nascondono notevoli incertezze politiche.

La borghesia italiana aveva puntato su una prospettiva dl divisione del movimento operaio, cercando di giocare la carta del riformismo; attraverso il centro-sinistra sperava i ottenere un più solido equilibrio politico, assicurandosi una più larga area di consenso ed una subordinazione di parte del movimento operaio alle linee della politica governativa.

Ma tutto questo disegno è andato in pezzi: il centro-sinistra è ormai un fantasma che si tenta invano di resuscitare, e l’unità operaia è oggi più salda che mai, l’organizzazione sindacale si è rafforzata, nuove esperienze di democrazia operaia si vanno realizzando con le assemblee di fabbrica e con i comitati di reparto.

Lo sciopero generale indetto a Milano per il 15 di ottobre per una modifica degli indirizzi di politica economica, per bloccare l’aumento dei prezzi, è un momento importante di generalizzazione della lotta, che dimostra il grado di maturità e di consapevolezza del movimento.

Ecco che allora la rabbiosa intransigenza dei padroni esprime appunto questa situazione di debolezza, dovuta al fallimento dei loro disegni. Crollate le illusioni riformistiche, il padronato è costretto a scegliere una trincea di difesa più arretrata e si trova in una situazione di isolamento rispetto all’opinione pubblica, rispetto alle forze politiche democratiche.

Lo stesso Governo non ha potuto assumere una posizione di aperto sostegno alla linea della Confindustria, ma segue piuttosto una via ambigua e contraddittoria di mediazione, che rivela l’esistenza anche di contrasti non superficiali all’interno della Democrazia cristiana.

Mentre nell’occasione delle precedenti lotte contrattuali i lavoratori si dovevano scontrare con l’intero blocco delle forze conservatrici, fondato nell’alleanza fra padronato e governo, oggi la situazione appare più aperta, e la classe operaia può contare sul sostegno di uno schieramento politico più vasto.

In questa situazione, tutta la nostra lotta per imporre nuovi indirizzi politici, e per costruire una nuova maggioranza di governo, viene ad essere ravvicinata. È intorno ai problemi sollevati dalle lotte dei lavoratori, alle questioni di fondo della condizione operaia, che le forze politiche devono essere messe alla prova, devono prendere posizione, e partendo da qui si possono impostare obiettivi di riforma e si può suscitare un movimento intorno ad essi.

Compito delle forze della sinistra non è solo quello della solidarietà con gli operai in lotta: quello che soprattutto in questo momento è necessario è dare battaglia intorno a quelli che sono i nodi decisivi dell’organizzazione sociale del nostro Paese, per strappare su questo terreno nuove conquiste.

Occorre dare battaglia per una diversa politica della casa, dei trasporti, contro il rincaro del costo della vita, per misure efficaci di sicurezza sociale, per il diritto allo studio, per la riforma di tutto il sistema tributario, e così via. In questo modo, incalzando il governo, costringendo alla difensiva le forze conservatrici, e allargando le alleanze della classe operaia, è possibile portare avanti tutta la situazione politica verso nuovi sbocchi, e in questo modo si può operare perché le conquiste della classe operaia siano conquiste reali, decisive, capaci davvero di modificare la situazione e di indebolire le posizioni di potere e di privilegio del padronato.

È in questo quadro che il Partito comunista indice una grande assemblea provinciale di lavoratori, preparata attraverso riunioni di fabbrica e di reparto, ed aperta alla partecipazione delle altre forze politiche, per affrontare pubblicamente i grandi problemi del momento, per dare alle lotte operaie tutto il proprio sostegno politico.

Con questa assemblea provinciale ci ripromettiamo di mettere a punto la nostra piattaforma di lotta, di mobilitare tutto il partito intorno ai temi della condizione operaia, e di avviare un lavoro di costruzione dell’organizzazione del partito nella fabbrica, invitando le nuove leve operaie e tutti i lavoratori d’avanguardia a militare nel partito di classe, per il pieno conseguimento dei propri ideali di libertà e di progresso.



Numero progressivo: G69
Busta: 7
Estremi cronologici: 1969, ottobre
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “Unità operaia”, ottobre 1969