IL QUADRIPARTITO ORGANICO
Le aspirazioni della borghesia
di Riccardo Terzi, senza firma
Il governo, quadripartito organico è ormai divenuto, per tutta la borghesia italiana, la suprema delle aspirazioni. Pare che senza questo miracoloso quadripartito, non ci sia salvezza.
Ma, a ben guardare, si pone forse qualcosa di nuovo?
Il governo quadripartito non è altro che un governo di centro-sinistra, con alcune varianti che lo rendono addirittura peggiore di quelli precedenti. Tanto per cominciare, la stessa definizione fa sparire ogni riferimento alla “sinistra”, e ciò non è senza significato: se anni fa si parlava della formula governativa come di una apertura verso sinistra, oggi al contrario si invoca il quadripartito proprio per scongiurare il pericolo di sinistra. In altri termini, si chiede ai socialisti una definitiva capitolazione, e non a caso le forze che più attivamente si battono per questa prospettiva sono quelle della destra democristiana e quelle della socialdemocrazia, di cui ormai abbiamo imparato a conoscere il volto reazionario. Un centro-sinistra orientato a destra, dominato dal ricatto socialdemocratico, ecco ciò che viene proposto in un momento in cui le lotte operaie e democratiche hanno posto con forza l’esigenza di una nuova politica.
Il senso di tutta questa operazione è chiarissimo: la borghesia italiana ha subito una sconfitta, ha dovuto accettare la richiesta dei lavoratori, non è riuscita nell’intento di provocare la divisione nelle fila del movimento operaio. E ora tenta di ricostruire un argine, che possa difendere il sacro profitto; tutte le chiacchere, sulla democrazia, sulla legalità, non significano altro che questo. Ecco dunque il nocciolo della questione: in questo momento politico, nel quale le masse popolari hanno compiuto un primo passo e vogliono ancor più rapidamente procedere in avanti, verso nuove conquiste, si vorrebbe tornare indietro ridando vita ad un centro-sinistra peggiore di quelli precedenti. E per ottenere questo risultato, tutte le forze conservatrici cercano di esercitare una pressione, ricorrendo alle minacce e alle provocazioni. Si denunciano i lavoratori che hanno partecipato alle lotte, si calpesta lo stesso principio della liberta, di opinione e di stampa, si minaccia lo scioglimento delle Camere. Dopo il successo delle grandi lotte operaie, la nostro battaglia non è dunque conclusa, ma dobbiamo respingere subito, con una mobilitazione unitaria, queste manovre reazionarie. Chi pensa che sia possibile addormentare la coscienza dei lavoratori, e far ricadere il Paese nella palude del centro-sinistra, si illude e non ha capito che la situazione è cambiata, e oggi non sono più proponibili le vecchie ricette conservatrici.
Piaccia o no alla borghesia e ai socialdemocratici, il Paese si è spostato a sinistra, e i lavoratori non sono disposti a subire passivamente un ritorno al passato.
Busta: 7
Estremi cronologici: 1970, 9 gennaio
Autore: Riccardo Terzi
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Politici - PCI -
Pubblicazione: “Nuova Sesto”, 9 gennaio 1970