I COMUNISTI CGIL: «QUESTO VOTO IMPEGNA ANCHE NOI»
di Mario Agostinelli, Gianni Bombacci, Giovanni Galantucci, Carlo Ghezzi, Carlo Longhini, Mario Sai, Riccardo Terzi
I dirigenti comunisti della CGIL di Milano e della Lombardia hanno assunto sul temi della campagna elettorale per le europee la seguente presa di posizione.
Gli sviluppi inquietanti che sta avendo, in questi giorni, la campagna elettorale per le elezioni europee, ci inducono, in quanto dirigenti Comunisti della CGIL, a prendere posizione, perché sia chiaro, ferme restando le regole di autonomia nel rapporto tra sindacato e partito, un nostro impegno anche personale nella difficilissima battaglia politica aperta in Italia e in Europa. I tragici avvenimenti di Pechino, per i quali non ci può essere che una condanna totale e senza appello, hanno fornito l’occasione per una pesantissima azione di strumentalizzazione politico elettorale, per un grande polverone ideologico, cinico e spregiudicato. Occorre una reazione ferma, senza debolezze, senza cadere nella trappola di vane discussioni nominalistiche. I fatti di Pechino rilanciano, con estrema urgenza e drammaticità, la necessità di un nuovo ordine economico e politico su scala mondiale, rilanciano il grande tema dell’internazionalismo, e ci richiamano quindi alle nostre responsabilità, alle responsabilità dell’Europa, che non può più essere passiva di fronte al dramma del sottosviluppo, delle grandi contraddizioni mondiali, a cui si accompagna una esplosione di violenza autoritaria in tanti Paesi del Terzo mondo. Un’Europa che pensi solo a se stessa e che guardi al resto del mondo come ad un mercato per i propri altari, non ha autorità politica e morale e finisce per essere complice dei peggiori dispotismi.
Qui sta la falsità strumentale della campagna ideologica in corso, che esalta i valori della democrazia occidentale e lascia che i Paesi arretrati restino inchiodati, senza speranza, alle loro terribili contraddizioni. Dalle elezioni europee deve uscire un nuovo ruolo dell’Europa, un ruolo attivo di pace, di cooperazione internazionale, di lotta alle ingiustizie, di promozione di forme più avanzate di democrazia. Nessuno può dubitare che i comunisti italiani sono una forza decisiva in questa battaglia, nessuna speculazione è legittima su questioni di così grande rilievo, che toccano da vicino la sensibilità e le coscienze di ciascuno di noi. I lavoratori italiani, con i quali noi, per la nostra funzione di dirigenti sindacali, abbiamo così stretti rapporti, sanno valutate sulla base dei fatti, sanno chi sono i comunisti, sanno che tutta la storia della sinistra italiana è segnata dai valori della libertà e della democrazia. In questa campagna elettorale, che si vorrebbe deviare verso un clima di rissa ideologica, dobbiamo riportare l’attenzione sullo scontro sociale e politico che è aperto nel nostro Paese, dopo una lunga fase caratterizzata da una dura offensiva conservatrice e neoliberista.
Il movimento sindacale, che sta riprendendo con più forza la propria capacità di iniziativa di massa, ha posto sul tavolo alcuni obiettivi essenziali di riforma: dal fisco allo Stato sociale, i ai diritti. C’è stato un grandioso sciopero generale nella giornata dei 10 maggio, che qualcuno vorrebbe archiviare, come se non fossero tuttora valide le ragioni che erano alla base di quella lotta. E c’è una maggioranza di governo che ha voluto sfidare il sindacato, rifiutando qualsiasi confronto, reiterando il decreto sui ticket sanitari anche con un governo dimissionario, e che ora si appresta a ricercare qualche nuovo accordo di governo, con una discussione in cui si parla d’altro, lasciando completamente in ombra le questioni di politica economica e di politica sociale avanzate dal movimento sindacale.
La partita si gioca su scala europea. Si fronteggiano in Europa le mozioni neoliberiste alla Thatcher e le posizioni delle forze della sinistra, che si pongono il problema di un nuovo tipo di sviluppo, non affidato solo al profitto, ma attento alle esigenze della solidarietà sociale ai diritti dei lavoratori e ai nuovi bisogni di tutela dell’ambiente e della qualità della vita. Per questo l’esito delle elezioni europee potrà determinare diversi scenari politici, e avrà quindi un’influenza sulle prospettive del movimento sindacale, sulla possibilità o meno di affermare in Europa una politica sociale avanzata. Per tutte queste ragioni, noi ci sentiamo impegnati nella battaglia politica di questi giorni, per respingere le manovre che tendono a dividere e a disorientare la sinistra, per rimettere al centro i temi che interessano direttamente il mondo del lavoro, le sue aspettative di giustizia e di progresso sociale.
Busta: 2
Estremi cronologici: 1989, giugno
Descrizione fisica: Pagina quotidiano
Tipo: Scritti
Serie: Scritti Sindacali - CGIL -
Pubblicazione: “L’Unità”, 11 giugno 1989